Nikita ADEBAYO
Notebook
Paper
Mural
Davide D’Amelio
DEERS (HomeExhibition)
La camera da letto, luogo in cui svolgo anche il mio lavoro, per un giorno si è trasformata in un dispositivo contenente diverse opere, eseguite con diversi tipi di linguaggi e contenenti tutte la figura del cervo. La mostra era aperta anche ai condomini del palazzo in cui abito [vedi foto 1 e 4]. Ho pensato alla camera come ad un vassoio virtuale dove postare come su una qualsiasi pagina web diversi tipi di oggetti (file), prodotti con linguaggi (media)differenti . Ho scelto questo spazio in particolare poiché ho voluto evidenziare una dimensione intima che nessuno schermo di un apparecchio elettronico capace di connettersi alla rete è in grado di sostituire. Durante l’apertura al pubblico ho lasciato che le persone entrassero a gruppi di tre o quattro e la visitassero da user, avendo l’accortezza nel contempo di farle osservare dalle altre in attesa [vedi foto 2]. Scegliere di farla esaminare in questo modo rientra nel funzionalità del dispositivo dotato di alcune qualità particolari. Una delle opere postate è un quadro intitolato “La Camera” in cui è raffigurato lo spazio stesso della camera da letto popolato da alcune persone che osservano un altro quadro intitolato “La Polveriera” che raffigura una riunione del collettivo dello spazio occupato in Santa Apollonia; si tratta dunque di un quadro che rappresenta lo spazio in cui è esposto con delle persone dentro che osservano un altro quadro. Questa qualità che definirei “aleph” [vedi foto 3],ovvero di visione contemporanea da diversi punti di vista, è osservabile sia all’esterno, valendo per i visitatori in attesa sia all’interno. All’interno della camera difatti, come accennavo prima, la figura del cervo, (un oggetto dipinto in carta pesta trovato in strada un anno fa’), è osservabile in diversi punti della camera ed espressa con diversi tipi di media. Il cervo è all’interno del quadro “La Camera” a sua volta nel quadro “La Polveriera”, fisicamente come ready_made su una seggiola rossa sporca di pittura, all’interno di un video proiettato su una parete della stanza e in una fotografia rappresentante un esperimento eseguito con una camera oscura. La figura silvana non ha un valore simbolico come si potrebbe pensare, ma funge da strumento di collegamento ipertestuale sia all’interno sia verso l’esterno, ramificando il web anche in luoghi pubblici della città, lo spazio occupato di cui parlavo. Sovrapponendo il privato al pubblico intendo simulare la struttura dei supporti virtuali; penso alla città come ad un grande server e nello stesso modo in cui utilizziamo un punto d’accesso di un dispositivo privato(personal computer), possiamo accedere ad uno spazio pubblico, accesso illustrato in questo caso da una piccola mappa e dalle foto di documentazione del lavoro precedente [vedi foto 5 – 6-7]. Il dispositivo è fondamentalmente aperto e riproducibile all’infinito ed intende umanizzare un esperienza “vivibile” solo in condizioni virtuali.
He Yuan
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Elia Mazzantini
http://storiadiunvecchio.altervista.org/?cb=1428419532967
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Sara Marinangeli
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Gianluca Tramonti
Dario Cecchin
Metropolis
Maria Cristina Lo Brutto
Daniela Calvetti
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Andrea Gaddini
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Lucrezia Marradi
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Ambra Paoli
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Marta Viviani
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1°Semestre 2015-16
Seminario intercattedra a cura di Gianfranco D’Alonzo, Cecilia Guida, Paolo Parisi, Gianni Pozzi, Franco Speroni, Tommaso Tozzi
http://www.edueda.net/index.php?title=Fibrillazioni_tra_arte_e_politica